Social Media e i principali errori che le aziende continuano a fare!

By

Sei così sicuro che la tua azienda non necessiti di un ripensamento strategico delle attività svolte sui social media?

Proponiamo questo approfondimento riguardante l’utilizzo dei Social Media in quanto al centro dei servizi offerti da Media For Health e collegato ad una news pubblicata, sempre su questo blog, dal tema “Fortune 500 e Social Media“.

Oggi più del 90% delle imprese utilizza i social media, come supporto al marketing, da almeno 5 anni; tuttavia the CMO Survey[1] ha dimostrato come, quasi la metà di queste imprese, non conosce effettivamente l’impatto che hanno i loro investimenti nei social media sul loro business. Ecco perché, indipendentemente dalla strategia adottata, è importante fermarsi e, se necessario, fare un passo indietro per assicurarsi di avere appreso e applicato tutte le nozioni di base dell’utilizzo dei social media per il business.

Philip Kotler[2] una volta disse: “Non dovresti mai scendere in guerra se prima non sai di aver già vinto la battaglia sulla carta“.

Il grosso problema è che innumerevoli imprese hanno fatto esattamente questo con i social media.

Anche se il 97% delle aziende della Fortune 500 è su LinkedIn, l’84% su Facebook e l’86% su Twitter, molti brand sono approdati sui social media a gamba tesa, senza aver costruito prima una strategia chiara. I social media vengono infatti visti semplicemente come un plus ai piani esistenti ovvero, un altro, facile, sbocco per consegnare il messaggio di marketing del brand. E così, solo successivamente, i professionisti del marketing hanno dovuto fare i conti con la necessità di lavorare a ritroso per creare anche solo una coerenza apparente tra la loro strategia social e la strategia aziendale.

 

A tal proposito possiamo riassumere alcuni errori comuni che si possono commettere sui social media.

Il primo è sicuramente la tendenza a focalizzarsi solo sugli obiettivi a breve termine dei social media (come aumentare il numero di mi piace o follower) dimenticandosi, in parte, degli obiettivi più generali del brand o dell’azienda. Attenzione perché questo approccio sembra aver senso inizialmente, ma può intrappolarvi in ​​una prospettiva miope, che tiene conto solamente dei risultati raggiunti sui canali social media ignorato ciò che succede offline. Infatti, a meno che non vengano collegate le azioni dei social media a obiettivi aziendali più ampi sin dall’inizio, il ROI risulterà ambiguo e non veritiero e i social media emergeranno come strumenti autocelebrativi e fini a se stessi.

 

Il secondo errore è sicuramente la tendenza a limitare la presenza del brand o dell’azienda ai più popolari canali social, Facebook in primis. Invece, il successo di un brand sui social media, spesso dipende da una strategia multichannel. Tuttavia, in controtendenza, solo il 66% delle aziende inserite nella Fortune 500 utilizzano YouTube, meno della metà sono su Instagram (45%), poco più del 36% ha un blog aziendale e il 33% è attivo su Pinterest. Un consiglio a riguardo: se non state utilizzando queste piattaforme, potreste perdere opportunità commerciali preziose.

Ad esempio, the CMO Survey ha rilevato che il 93% degli utenti di Pinterest pianifica gli acquisti sulla piattaforma e addirittura l’87% ha effettuato un acquisto dopo aver visto sulla piattaforma un prodotto che gli è piaciuto. Inoltre è necessario ricordare che ogni social media ha una base utenti diversa Snapchat, per esempio, a differenza di Facebook potrebbe essere il luogo ideale per raggiungere i Millennials.

Quindi, come possiamo allineare gli sforzi sui social media con le necessità dell’azienda e, ancora, come possiamo legare positivamente gli sforzi sui canali media e i profitti?

Per prima cosa è importante, come detto sopra, basare ogni strategia social su gli obiettivi aziendali, pensando al mercato di riferimento, alle piattaforme di social media, agli strumenti e alle metriche.

Differenti obiettivi organizzativi e mercati di riferimento possono richiedere canali e strumenti molto diversi. Studia fino in fondo le piattaforme in cui sei presente perché potrebbero essere sbagliate per i tuoi obiettivi di business e i canali su cui non sei attivo potrebbero essere, invece, migliori per le necessità dell’impresa. Raggiungere un ROI migliore, infatti, potrebbe richiedere la chiusura di account social non allineati con gli obiettivi aziendali. Buffer Social, ad esempio, ha recentemente ottenuto risultati migliori riducendo, non aumentando, il numero di post pubblicati mensilmente su Facebook.

 

Gli obiettivi aziendali possono variare notevolmente, dall’aumento delle vendite, alla generazione di contatti o al miglioramento della soddisfazione dei clienti, ecc. Pertanto, i tuoi obiettivi non dovrebbero essere incentrati sui social media, ad esempio un ordine come “entro sei mesi dovremmo aumentare il numero di fan e aumentare il coinvolgimento su Facebook pubblicando un minimo di cinque volte alla settimanaè una tattica, non un obiettivo chiaro. Un buon obiettivo potrebbe invece essere: “vorrei aumentare la Brand Awarness del 20% per le persone di età compresa tra 18 e 24 entro sei mesi“.

 

Una volta identificati i tuoi obiettivi e selezionato le piattaforme giuste, devi creare contenuti che il pubblico apprezzerà. Le storie che evocano emozioni tendono a funzionare meglio dei semplici messaggi di vendita. E ricordati che, anche i post sponsorizzati sui social media, si limitano ad acquistare la copertura proponendo e riproponendo il tuo messaggio alla tua fan base o al pubblico in target; il contenuto deve essere in sé abbastanza coinvolgente da attirare l’azione oltre che una semplice presa visione. Inoltre, contenuti belli e di valore vengono spesso ri-condivisi dagli utenti, aumentando ulteriormente la copertura e la visibilità. E, mi raccomando, non pubblicare semplicemente lo stesso contenuto su tutti i tuoi account social: la personalizzazione del contenuto e la pianificazione per ciascun canale ottiene sicuramente risultati migliori.

 

Gran parte del ROI dei social media si guadagna rispondendo ai clienti. Sprout Social[3] ha riscontrato che i marchi rispondono solo a 1 messaggio su 10. Questa è un’enorme opportunità mancata, dal momento che qualsiasi risposta, anche riferita a commenti negativi, possono migliorare l’immagine del marchio, raggiungere nuovi clienti e aumentare la probabilità che i clienti comprino ancora.

Successivamente, assicurati di avere a disposizione tutti gli strumenti giusti per gestire e monitorare i tuoi sforzi sui social. Per misurare il successo delle loro strategie, i brand hanno bisogno di strumenti in grado di monitorare, pubblicare e tracciare le analisi appropriate.

Vale la pena prendere in considerazione strumenti come Google Analytics, che possono setacciare il traffico social per vedere quali strategie stanno funzionando. Gli strumenti di monitoraggio possono anche offrire analisi più qualitative, come l’analisi del sentiment. Non sottovalutare questi tipi di analisi, la storia è satura di esempi di multinazionali che hanno vissuto situazioni di crisi in cui i commenti negativi hanno portato a un calo delle vendite e a un calo del prezzo delle azioni.

 

Concludendo, ricordati che non è mai troppo tardi per (ri)cominciare dall’inizio. Fai un passo indietro per assicurarti di prendere in considerazione obiettivi aziendali più ampi e il mercato di riferimento. Utilizza le piattaforme giuste e assicurati di disporre degli strumenti e delle metriche necessarie per valutare i tuoi investimenti.

[1] The CMO Survey raccoglie e diffonde le opinioni dei marketer per tentare di prevedere il futuro dei mercati, tracciare le linee guida per l’eccellenza nel campo del marketing e migliorare il valore del marketing nelle imprese e nella società.

[2] S.C. Johnson & Son Distinguished Professor of International Marketing presso la Kellogg School of Management della Northwestern University di Evanston, Illinois. Definite come il quarto “guru del management” di tutti i tempi dal Financial Times e acclamato come “il maggior esperto al mondo nelle strategie di marketing” dal Management Centre Europe.

[3] È uno strumento di gestione dei social media creato per aiutare le aziende ad accrescere la loro presenza sulle diverse piattaforme social.