Dottor Google e Dottor Facebook” dettano legge sul web in materia di salute, ma solo per gli under 35
I dati aggiornati di un channel mix utile per capire dove avviene la ricerca delle informazioni online e offline
Da quando “dr. Google” e “dr Social” sono a disposizione dei pazienti per informarsi in materia di salute e benessere, l’uso che se ne fa è dibattuto su diversi tavoli. Il rischio delle fake news e della disinformazione è all’ordine del giorno e soprattutto tra i professionisti del settore ci si interroga su come tutelare i cittadini da informazioni fuorvianti, garantendo loro fonti con la massima affidabilità.
Dati condivisi dal Ministero della Salute durante l’evento formativo (8 novembre 2018) “Chi tesse la rete della salute? Giornalismo autorevole vs Disinformazione e bufale al tempo di internet dimostrano un Channel Mix dove, i siti web e testate online si aggiudicano un secondo posto (56%) rispetto alla televisione e programmi televisivi (78%) terzi i social network (35%).
L’indagine di Demopolis effettuata su di un campione di 2500 persone, pone anche la giusta attenzione sulle differenze per fasce di età, under 35 e over 69, su come abitualmente si informano sul tema della salute e dove emerge chiara la differenza generazionale.
Gli under 35 vedono i siti web e le testate online al primo posto con il 75% contro il 90% degli over 69 che preferiscono, invece, la TV solo seconda nella fascia degli under 35 che, per il 56% utilizza anche i social network, canale totalmente assente negli over 69 che però per il 19% scelgono anche l’online attraverso le testate web. [slide 4]
Un altro dato interessante è relativo a come si informa il cittadino/paziente in presenza di un eventuale problema di salute suo o di un familiare. Il medico di base rimane il primo riferimento anche se immediatamente seguito dalla ricerca di informazioni on line , che resta comunque un trend costante dichiarato anche dal Censis che nello scorso anno ha identificato 15 milioni di italiani che hanno consultato il web per curare piccoli disturbi di cui 8,8 milioni vittime di fake news sul web.
Dal momento che la ricerca on line per informarsi in materia di Salute, continuerà ad essere una delle pratiche maggiormente usate, soprattutto per una prima autodiagnosi, necessita sempre di più un processo di controllo e monitoraggio che le autorità competenti stanno portando avanti, in modo che, quando si parla di SALUTE, ci si possa riferire ad informazione certificata e non a al mondo delle “bufale” che mettono a rischio la vita.
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