Digital Health: il progetto di sanità digitale statunitense confrontato con quello italiano. La rivoluzione digitale sta cambiando strutture di ricerca e modi di usarle ma, in particolare nell’ambito clinico, la piattaforma operativa non può prescindere dall’elaborazione di una strategia che conosca i bisogni e le tendenze della salute pubblica, faccia scelte di merito e le persegua con slancio, rigore e trasparenza. Il progetto federale statunitense vede la digitalizzazione universale, uniforme e interoperabile del Sistema Sanitario pubblico come una priorità sociale e vi investe molte risorse. Vede nella moltiplicazione e riordino sistematico di dati clinici una opportunità di rilancio della ricerca scientifica clinica pubblica, la finanzia e la valorizza anche perché la ritiene uno strumento essenziale per il buon governo della sanità.
Il progetto italiano “Sanità digitale” sembra invece mirare all’informatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale, ottenuta senza investimenti dedicati e vista come strumento per una gestione più efficiente e meno costosa della Sanità, focalizzando primariamente le prestazioni essenziali. Medici e strutture di ricerca clinica di fatto appaiono marginalizzati o esclusi, comunque senza ruolo strutturale e risorse specifiche. La produzione scientifica non è considerata né come fattore implementante né come un obiettivo. Sembra mancare il concetto fondamentale che la governance del Sistema sanitario passa necessariamente dalla conoscenza contestuale, cioè dalla raccolta, elaborazione e interpretazione professionale dei dati emergenti dai flussi operativi e quindi dalla ricerca scientifica applicata alla clinica. Con queste premesse, il sistema italiano non pare essersi nemmeno avviato verso la costruzione di un Learning Health System.
Tratto da “La ricerca in Italia per una società sostenibile e sicura”, pubblicato da Zadig, è stato presentato il 20 marzo a Roma, all’Accedemia dei Lincei, in occasione della conferenza annuale del Gruppo 2003, che ne ha redatto il testo. Qui una sintesi a cura di Silvia Bandelloni e le video-interviste ad alcuni autori, a cura di Giuseppe Nucera.

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