Sia Apple che Google hanno annunciato che già dalla prossima settimana, gli sviluppatori avranno a disposizione delle librerie software, in pieno rispetto di privacy e sicurezza come richiesto dalla UE, per realizzare delle app per il tracciamento del corona-virus.
Le principali novità tecniche risiedono nel sistema che mantiene i dati nello smartphone.
Inoltre la trasmissione dei dati è stata resa più sicura grazie alla crittografia con generazione di chiavi di decodifica ad intervalli casuali. La crittografia passa dallo standard Hmac a quello Aes (Advanced Encryption Standard).
Lo smartphone genera un identificativo anonimo. Ogni volta che via Bluetooth entra in contatto con un altro telefono si scambiano questa informazione che restano all’interno dei telefoni. L’operatore sanitario fornirà al paziente positivo al Covid un codice di sblocco per condividere i dati del proprio smartphone all’interno di una lista di contagiati. Se l’app riconosce il proprio in quella lista manda la notifica all’utente che conterrà il giorno del contatto con la persona positiva al Covid, quanto è durato il contatto e la potenza del segnale.
Con questo annuncio la parola passa all’Europa e alle autorità nazionali che dovranno guardare bene la tecnologia e decidere se e come usarla.
Perché sia efficace serve che almeno il 60% degli italiani sia d’accordo (e abbia scaricato l’app).

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