L’impronta sprint verso il digitale
La medicina, con l’avvento del COVID-19, si è sempre più digitalizzata. Si parla di medici ancor più digitali, visite mediche online e l’utilizzo di software di intelligenza artificiale. Secondo i dati ottenuti dalla ricerca 2020 dell’Osservatorio Sanità, si è potuto constatare come la telemedicina fosse utilizzata solo il 9% prima del Coronavirus. Invece, con il suo arrivo, è aumentata esponenzialmente fino a raggiungere una percentuale del 65% circa.
L’emergenza COVID-19 ha sicuramente messo alla prova la Sanità Italiana, mettendo in luce sia le lacune presenti, che la repentina trasformazione digitale e organizzativa.
Il 51% dei medici di base ha lavorato in modalità smartworking. Oltre il 69% di essi e il 60% di medici specialisti ha utilizzato Whatsapp per comunicare con i pazienti in maniera più rapida ed immediata.
Solamente un quinto dei pazienti, in seguito alla loro esperienza, crede che utilizzerà tali canali digitali in futuro, prediligendo soprattutto app come Skype.
Circa il 40% dei medici di famiglia ritiene che queste modalità siano altamente positive e mantenute anche in seguito al termine dell’emergenza. Ciò solamente nel caso in cui vengano consolidati e rafforzati tali strumentazioni.
Si parla infatti di un solo 31% delle aziende che hanno concesso ai propri dipendenti strumenti necessari per il lavoro a remoto (ad esempio pc portatile).
«L’emergenza sanitaria ha segnato una transizione importante nell’opinione dei medici rispetto agli strumenti digitali di comunicazione con il paziente, soprattutto verso quelli più innovativi come le piattaforme di collaboration e quelle dedicate. Affinché si possano diffondere in futuro sarà molto importante che sia il medico stesso a proporre questo tipo di piattaforme ai propri pazienti.»
Così afferma Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità.
Connected Care
E’ quindi possibile notare come ci si stia spostando sempre più verso un rapporto di Connected care tra tecnologia e medicina, ove vi è una forte condivisione delle informazioni tra i diversi attori coinvolti nel sistema sanitario (medici, pazienti, infermieri, etc).
Inoltre oltre il 56% dei cittadini ha espresso di aver utilizzato le pagine e siti web istituzionali per essere informati ed aggiornati circa tale emergenza COVID-19. I dati riportano un 83% fra i 25-34enni, mentre un solo 30% per gli over 65.
Mentre il 28% dei cittadini si è informato attraverso pagine social di medici o politici, il 17% ha cercato su pagine social e blog curati da cittadini, il 12% attraverso app dedicate esclusivamente al Coronavirus.
La telemedicina sarà sempre più utilizzata in futuro?
Tre medici specialisti su quattro ritengono che essa sia stata di grande impatto nella fase di emergenza in questi mesi, e che quindi possa perdurare anche nel futuro. L’esperienza della telemedicina è stata perciò, senza alcun dubbio, positiva. Ciò che l’Italia necessita è di nuovi strumenti che permettano tale sviluppo.
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