Alleanza tra profitto ed etica per l’accesso universale ai farmaci

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L’etica e l’accesso universale alle cure sono state al centro della tavola rotonda: “Il farmaco è una risorsa: non sprechiamola mai. Dall’appropriatezza terapeutica al recupero dei farmaci validi” che si è svolta al Meeting di Rimini. Il tradizionale appuntamento ciellino di fine estate, quest’anno arrivato alla ventisettesima edizione, per la prima volta ha ospitato Meeting Salute, sezione del programma dedicata a temi sanitari, che nell’ampio ventaglio di appuntamenti ha spaziato dall’interazione uomo-macchina alla privacy nel trattamento dei dati dei pazienti.

Meeting di rimini Media For health

“Vorrei equiparare il farmaco a un bene primario, come l’acqua” ha esordito Sergio Daniotti, per vent’anni Country Manager di Boehringer Ingelheim Italy e attuale presidente di Fondazione Banco Farmaceutico.

Passato dal settore profit a quello senza scopo di lucro, Daniotti si è detto “orgoglioso di aver lavorato nell’industria, la cui prima responsabilità sociale è fare profitto. Solo se un’azienda fa profitto resta sana e può investire nella ricerca”. Enti come Banco Farmaceutico lavorano in sinergia con le aziende per fare in modo che i risultati della ricerca siano accessibili a tutti. Infatti, grazie alla collaborazione di diverse realtà caritative, i medicinali raccolti arrivano gratuitamente alle fasce deboli della popolazione.

Il farmaco come bene primario, ma anche del tutto peculiare. Loredano Giorni, responsabile del settore Assistenza farmaceutica, integrativa e protesica della Regione Piemonte ha spiegato che nel caso dei medicinali la dinamica ruota intorno a tre soggetti, rispettivamente il medico che sceglie, lo Stato che paga e il paziente che consuma. “Rispetto ad altri beni, in cui il soggetto che sceglie, paga e consuma è unico, nel settore farmaceutico è necessario che il mercato sia molto attento alla dimensione etica perché si tratta di un bene particolare. Lo spreco di medicinali alla fine pesa sul contribuente. Inoltre alcune dinamiche di profitto sono andate fuori controllo”.

“Determinante in ogni caso, è la responsabilità personale di chi decide e anche l’equilibrio dell’intero sistema”.  A porre l’accento sull’importanza dell’alleanza tra tutti gli attori in gioco è stato Filippo Ciantia, direttore generale del Banco Farmaceutico, ricordando un episodio che lo lega a Daniotti: “Lavoravo nella cooperazione internazionale in Uganda e ricordo che la Boehringer fu la prima a donare gratuitamente il Viramune per evitare la trasmissione materno-fetale da HIV”.

La condivisione e il dono sono anche alla base della logica con cui si muove il Banco: “Oltre alle giornate di raccolta dei farmaci e agli accordi con le aziende farmaceutiche – ha spiegato Giuliano Salvioni, presidente dell’Associazione Banco Farmaceutico – abbiamo anche partnership con numerose farmacie per la raccolta dei medicinali validi, donati dai cittadini solo in presenza di alcuni requisiti e dotati di un metodo di tracciamento. Un sistema che solo nel 2017 ha permesso di ritirare oltre 105mila confezioni che diversamente sarebbero probabilmente state buttate”.

Per maggiori informazioni contattare Dottoressa Ilaria Nava linkedin per Media For Health