Amicomed: come innovare nel campo della salute

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Amicomed: 4,6 miliardi di dollari in poco più di un anno vi sembrano tanti? Beh, sappiate che siamo solo all’inizio.

E’ la cifra che è stata investita nel cosiddetto “digital health”, ovverosia qualunque innovazione che sfrutti le tecnologie digitali per migliorare la salute. Siamo all’inizio di una rivoluzione che toccherà anche il rapporto tra medico e paziente.

Le cosiddette “digital therapy” fanno parte del più ampio “digital health” e si preoccupano di sopperire a quelle carenze che provengono da un sistema sanitario sottodimensionato rispetto alle esigenze e dai costi elevati.

Questo tipo di strumento ha lo scopo di attuare strategie che permettano all’utente di rendersi consapevole della sua condizione clinica, imparare a gestirla e prevenire eventi avversi, principalmente grazie al cambiamento del comportamento in termini di stile di vita.

Calandoci in esempi più pratici, queste innovazioni si stanno sviluppando per condizioni croniche quali diabete, scompenso cardiaco, ipertensione, obesità, depressione. In questi casi la gestione della propria salute e dei fattori di rischio è rilevante per permettere all’utente di non incorrere in peggioramenti od eventi avversi conseguenti.

Sono molte le realtà che stanno provando a rivoluzionare il mercato in questo ambito. Alcuni esempi sono: Welltok (piattaforma per l’ottimizzazione della salute attraverso una guida personalizzata) e Livongo (piattaforme digitale per la gestione del diabete attraverso incentivi e processi motivazionali).

Tutto ciò vi sembra impossibile o inutile?

Pensiamo all’ipertensione. Colpisce più di 1 miliardo di persone nel mondo. Nonostante il mercato farmaceutico rende disponibili un’ampia varietà di medicinali anti-ipertensivi, e i misuratori di pressione siano molto diffusi (e facili da usare), ben il 50% degli ipertesi non ha la pressione sotto controllo, ovvero la loro pressione supera le soglie di normalità. E’ la prova evidente che qualcosa non funziona.

Ecco quindi che si rendono necessarie nuove strategie, quali sono appunto le terapie digitali, che hanno il compito di responsabilizzare le persone e fornire tutte le informazioni necessarie affinché la popolazione sia nelle condizioni di prendere decisioni consapevoli per la loro salute, senza che questo venga ad aggravare ulteriormente una situazione già satura del sistema sanitario.

Amicomed, in questo ambito, offre una piattaforma digitale completamente automatica per la gestione della pressione arteriosa, unica perché fornisce a paziente e medico educazione sulla pressione combinata con un analisi sofisticata dei dati e consigli personalizzati sugli stili di vita, per permettere al medico di prendere decisioni più mirate e rendere il paziente partecipe nella gestione della propria malattia.

Amicomed si inserisce quindi abilmente nel rapporto medico-paziente, promuovendo la continuità del supporto tra una visita medica e l’altra, e contemporaneamente ottiene la fiducia di medico e paziente, garantita dalla certificazione CE medicale del prodotto e dall’efficacia dimostrata da risultati presentati a congressi scientifici in tutto il mondo.

Si preoccupa in questo caso di supportare l’utente nell’interpretazione dell’andamento della pressione arteriosa, avvertendo nel caso in cui la pressione è meritevole di attenzione medica.

A questo aspetto Amicomed associa un programma di lifestyle, con lo scopo di educare l’utente nell’acquisire uno stile di vita sano, attraverso una dieta personalizza e l’attività fisica adatta con informazioni utili affinché la persona sia in grado di proseguire a condurre una vita sana anche al termine del programma.

Amicomed quindi è unico grazie alla sua abilità di adottare un approccio totale alla salute del paziente, ed agire miratamente sui casi in cui gli incentivi per il paziente a cambiare sono più forti.

Infatti, Amicomed prende in considerazione un ampio numero di fattori, gestendo una varietà di comorbidità e situazioni particolari (quali scelte dietetiche e limitazioni personali), permettendo di applicare il suo sistema per la gestione della pressione in casi specifici nei quali il bisogno è immediato e tangibile, come la gravidanza e lo scompenso cardiaco.

Ovviamente il digital health non manca di ombre. Esiste ancora resistenza nell’adozione di soluzioni innovative in ambito medico.

Questa resistenza viene sia dai medici, abituati ed addestrati in una rigorosa pratica della medicina, che dai pazienti, che hanno difficoltà a diventare attori e non solo ricevitori della propria salute.

Un recente studio effettuato su un servizio eHealth mirato alla gestione del diabete di tipo 2 ha mostrato che i problemi principali di questo tipo di soluzioni sono il mantenimento della motivazione dell’utente, la mancanza di un rapporto personale, la difficoltà nell’interagire con questo tipo di tecnologie e la mancata percezione del valore della nuova soluzione tecnologica. D’altro canto esistono molti esempi che mostrano che se il paziente viene correttamente motivato, il risultato si raggiunge.

Questo sta spingendo gli operatori ad affrontare sfide del tutto nuove nel mondo della salute, che all’aspetto clinico affiancano il design dei servizi e l’ottimizzazione dell’esperienza da parte di chi li userà (medico o paziente che sia).

E così il settore sta imparando una serie di termini notissimi per chi è abituato a bazzicare la Silicon Valley (UX/UI, funnel, MVP, etc…) ma del tutto sconosciuti al tradizionale ambiente medico. D’altro canto, quando avete cominciato a usare il pc ne sapevate qualcosa di bit e pixel?… La sfida è ancora aperta e non manca la motivazione a trovare una soluzione che possa reinventare il rapporto medico-cliente-salute.