MEDICI, PAZIENTI E APP PER LA SALUTE. QUALE FUTURO?

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C’è stata un’esplosione di applicazioni (app) per la salute: si usano, ad esempio, per verificare la perdita di peso, per conteggiare le calorie ingerite, per monitorare l’esercizio fisico, per il calcolo dell’ovulazione e per molte altre finalità che riguardano la salute. Per integrare però realmente le app dedicate alla salute con il sistema sanitario, dovranno essere coinvolti gli operatori del settore. Ultimamente si discute sull’adozione della tecnologia da parte dei medici, in particolare delle app mediche, dei sistemi di registrazione elettronici e dei portali per i pazienti. D’altra parte, per i medici essere protagonisti e al centro di processi di innovazione non è una novità: la professione prevede, infatti, un costante aggiornamento su farmaci, dispositivi chirurgici, attrezzature e prove di laboratorio. Decidere di abbracciare le novità non è un processo semplice: l’integrazione nella pratica clinica di farmaci, dispositivi medici o test, prevede approfondite analisi in merito a sicurezza, efficacia, costi e altri fattori ancora.

Alcuni medici sono dei cosiddetti “early adopter” sono, cioè, tra i primi sul mercato ad accogliere le novità: a casa, potrebbero comprare l’ultimo modello di iPhone, anche se quello attuale soddisfa comunque le esigenza. Al lavoro, invece, potrebbero essere tra i primi a provare una nuova tecnica chirurgica. In molti casi, i medici sono già all’avanguardia nella salute mobile, utilizzando nell’attività lavorativa quotidiana smartphone e iPad con app dedicate, ma raccomandano applicazioni ai propri pazienti come parte integrante del trattamento?

Ecco quindi che per trasformare le app in uno strumento integrativo del trattamento è importante che gli sviluppatori comprendano la mentalità del medico e che l’app soddisfi due semplici criteri: in primo luogo, rendere la vita più facile al medico e, poi, migliorare la cura che viene fornita ai pazienti.

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